La Fantasia diventa Storia: DOPO LE OTTO
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Curiosità •
Avevo preparato una lunga lista di propositi o, meglio, mio padre mi aveva dato una serie di compiti da svolgere.
Il tutto, mi aveva detto lui, doveva essere fatto entro le otto, perché dopo, se fossi riuscito a portare a termine ogni cosa entro quell'ora, ci sarebbe stata una bella sorpresa.
La lista era in un foglio di carta arrotolato e messo in un angolo, sul bancone della gelateria.
Lo vidi da lontano, lo presi, lo scartai pian piano e mi misi a leggerne il contenuto.
Il primo punto diceva di andare in Strada Maggiore, una delle vie principali della mia bella Bologna.
Lì vidi molte persone con il naso all'insù: guardavano tutti in alto. Così, mi misi anch'io a fare come loro e scoprii che c'erano tre frecce conficcate nel soffitto del portico in legno.
Ecco svelato il primo segreto: spuntai la voce sul foglietto e mi diressi verso piazza Maggiore.
Poco prima di arrivare lì, imboccai l'ingresso del Palazzo del Podestà: ai quattro angoli, vidi persone che comunicavano in diagonale, come attraverso un telefono senza fili.
Provai anch'io: con il viso rivolto verso il muro, riuscivo a sentire la voce dell'uomo che si era messo nell'angolo opposto al mio.
Sorprendente. Soddisfatto, spuntai la seconda voce e mi diressi verso Via Righi.
Imboccai una delle traverse, Via Piella, e vidi un gruppo di persone raccolto sulla destra.
Mi avvicinai e, facendomi largo tra la folla, scorsi una finestrella: dentro, sembrava di vedere Venezia. Lo scorcio forniva un panorama splendido, perfetto per i romantici e i sognatori.
Ecco che riuscii a spuntare la terza voce.
Giunsi proprio all'inizio di Via Indipendenza e guardai a terra, come suggerivano le istruzioni sul foglio. Lessi una scritta che faceva riferimento alla ricchezza che la coltivazione della canapa aveva portato a Bologna.
Spuntai la quarta voce e tornai indietro, verso il Nettuno.
Il segreto che celava, però, era a sua volta nascosto da un'impalcatura che ne impediva la visione.
Spuntai e andai avanti.
Mi diressi verso uno dei nostri simboli più noti: la torre degli Asinelli. Salii fino in cima e vi trovai il vaso rotto di cui parlava la lista: pare rappresenti la straordinaria capacità di Bologna nella risoluzione dei problemi.
Anche la sesta voce era stata spuntata.
Rimaneva l'ultima tappa: l'università.
A Palazzo Poggi trovai una scritta: “Panum resis”. La conoscenza è alla base di tutte le decisioni.
Spuntai la settima voce e, d'istinto, guardai l'orologio.
Mancava un minuto alle otto. Dovevo assolutamente tornare in gelateria in tempo.
Varcai la soglia quando erano le otto in punto.
Mio padre mi guardò e mi sorrise.
“Complimenti, hai meritato due regali anziché uno solo”, mi disse.
Mi diede una scatola. La aprii e vi trovai dentro gli “After Eight”: cioccolatini ripieni di menta.
Il babbo mi fece segno di avvicinarmi al bancone. Mi disse di chiudere gli occhi e mi fece assaggiare qualcosa.
“Ecco cosa sarebbe successo dopo le otto”, esclamò.
Aveva creato un gusto ancora più buono di quei cioccolatini: alla menta e al cioccolato fondente, infatti, si univa la dolcezza del miele, in un connubio assolutamente perfetto.