Assaggi d'Italia: pizza dogge

Categorie:

Curiosità

  • mail

Proseguiamo con la nostra nuova e speciale rubrica, che vi permetterà di fare un viaggio tra i sapori d'Italia, oltre che tra i ricordi che i piatti tipici di ciascuna regione hanno il potere di evocare in chi ce li racconta.
Il vostro biglietto sarà il gusto, il “mezzo di trasporto” la lettura. Pronti per partire?

Il viaggio prosegue nella nostra bellissima terra, caratterizzata dal sapore inconfondibile degli arrosticini e delle pallotte casc e ov e dagli assaggi della tradizione: l'Abruzzo.

Oggi, il nostro viaggio continua a Colliberti (TE) e, per la seconda volta, la prelibatezza regionale di cui si parla è dolce: Azzurra ci racconta il suo assaggio di ricordi, di famiglia e di casa, impregnato di liquore e dell'affetto che, se donato da una nonna, acquista un sapore ancora più speciale.

"A legarmi alla mia terra è il dolce della tradizione, meglio noto come pizza dogge, cioè "pizza dolce". Perché è così speciale? Beh, se penso a mia nonna, penso a questa torta, e viceversa. Perciò, ogni volta che mangio la pizza dolce, questa evoca in me una sensazione di casa, di famiglia e di affetto."

Ogni occasione è buona per assaporare una fetta di tradizione e, ad ogni forchettata, il mix di sapori, tenuti insieme dalle mani sapienti e dai trucchi della nonna, sembra capace di conquistare chiunque.

"Mangio questo dolce soprattutto in corrispondenza delle festività più importanti o per celebrare al meglio il nostro patrono, San Gabriele.
All'inizio lo faceva solo mia nonna, poi ha "passato il testimone" anche a me e a mia sorella, che abbiamo imparato a prepararlo.
Si tratta di una torta di Pan di Spagna che viene bagnata con alchermes, rum, anisetta e liquore millefiori, farcita a tre strati, con crema di mandorle, crema pasticcera e crema pasticcera al cioccolato e ricoperta di crema moka."

Strati di Pan di Spagna, di crema e di felicità, bagnati di liquore e d'amore, si uniscono a creare quel dolce che secondo Azzurra, nonostante tutto, non può non essere il migliore del mondo.

"Da piccola, in realtà, per il fatto che il liquore si sente molto, non ne andavo matta, ma la mangiavo lo stesso, e questo fa capire quanto sia legata a questo dolce, che chiamavo "torta degli alcolizzati", perché si bagna con il liquore e si fa rigorosamente il giorno prima di mangiarla, in modo che i sapori si mescolino alla perfezione. Va tenuta in frigo dalle fasce di stagnola, così il giorno dopo è davvero uno spettacolo!"

Anche questo assaggio d'Italia e d'Abruzzo si conclude qui. Ma è solo la decima tappa del nostro viaggio: continuate a seguirci e correte a fare il prossimo biglietto!

Chiara Pirani

Seguici su facebook: